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Lions Club

Siracusa Eurialo

Incontro con i protagonisti del giornalismo d'inchiesta

"Nessuno perde la libertà quando crede in qualcosa"

Il Lions Club Siracusa Eurialo, con la collaborazione dell’istituto  “ITS -L. Einaudi” di  Siracusa,  il 25 novembre ha organizzato la conferenza dal titolo  “Il  giornalismo  di inchiesta: ruolo ed esperienze” che ha visto coinvolti oltre 75 alunni di tre classi dell’istituto e numerosi giornalisti  locali che operano nel mondo del giornalismo. Introdotta dalla dirigente scolastica, prof. Teresella Celesti, e moderata dal prof. Salvo La Delfa, ha visto l’intervento iniziale del dr. Giorgio Balletta, presidente del L.C. Siracusa Eurialo,  che  ha spiegato come una delle missioni dei Lions stia nell’incoraggiare il senso civico delle comunità, e per questo motivo è stato ritenuto importante stimolare con l’evento odierno una riflessione con i più giovani sul ruolo sociale che ha il giornalismo di qualità.
Proprio in un periodo in cui i social veicolano news con informazioni prive di concretezza, i giornalisti d’inchiesta, che non sono vincolati alla rapidità del riportare un fatto, attraverso  le loro ricostruzioni e analisi svelano connessioni e retroscena delle notizie, e adempiono così ad un ruolo sociale spesso scomodo, per cui sono stati definiti i “cani di guardia della democrazia”. A seguire, in collegamento video, è intervenuto Paolo Borrometi, direttore AGI, attualmente sotto scorta per le minacce di morte subite per le inchieste ed i suoi articoli. Ha rivelato che è diventato  giornalista d’inchiesta per un moto di sdegno che ebbe dopo la morte dei giudici Falcone e Borsellino;  ha riportato quindi alcuni episodi legati a sue inchieste su vicende del sud-est della Sicilia, e alla domanda su cosa è il giornalismo d’inchiesta ha risposto che: giornalismo vero è libertà, anche al di là del prezzo che si paga, perché dando agli altri gli strumenti per conoscere, li fa decidere da che parte stare, ed ha continuato affermando che: “il giornalismo di inchiesta è quello che mette nomi e cognomi e non fa sconti a nessuno. Se mi chiedessero se sento il peso della limitazione di libertà, la mia risposta è che: nessuno perde la libertà quando crede in qualcosa, nessuno può avere il rimorso di ciò  che ha fatto quando si crede in una idea ed in un sogno; noi crediamo nel nostro sogno che è quello di raccontare e fare il nostro dovere”. Laura Valvo, ha poi  raccontato delle sue inchieste su fatti locali che hanno portato anch’essa a subire minacce, e che nel suo ruolo di caporedattore della redazione di Siracusa de “La Sicilia” ha spesso firmato articoli dal “contenuto scomodo”, pervenuti da pubblicisti locali operanti  sul territorio, sottraendoli a rischi diretti. Aldo Mantineo ha parlato delle sue prime esperienze di cronista giudiziario a Siracusa, e che, nel ruolo di direttore della redazione di Reggio Calabria della Gazzetta del Sud, ha spesso adoperato il suo fiuto giornalistico per individuare e pubblicare notizie che poi avrebbero portato allo sviluppo di inchieste di approfondimento. Carmelo Maiorca giornalista della Civetta di Minerva, ha raccontato come un piccolo giornale di provincia, realizzato da non professionisti coraggiosi, con una inchiesta locale sui fatti e personaggi pubblici denominati poi quelli del “Sistema Siracusa”, ha scoperchiato intrecci ed enormi commistioni di rilevanza nazionale.  Ha tenuto anche a sottolineare ai ragazzi che il giornalismo d’inchiesta non è solo quello giudiziario o di lotta alla mafia, ma anche quello che affronta con coraggio temi economici, ambientali e sociali. Carlo Garozzo infine nel suo ruolo di presidente dell’ “Associazione verità e giustizia Lele Scieri” ha dapprima tracciato brevemente la vicenda di Emanuele Scieri, il parà siracusano morto a 26 anni il 13 agosto 1999 nella caserma della Folgore di Pisa, e si è poi soffermato sul ruolo che ha avuto la stampa nazionale nel sostegno ai familiari a mantenere viva l’attenzione su questo caso giudiziario. La conferenza si è conclusa con lo scambio di alcune domande sulla loro professione tra i ragazzi ed i giornalisti intervenuti.

 

(Giorgio Balletta)