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Siracusa Eurialo

Corruzione e Legalità: incontro con Michele Corradino

Come era nelle attese, l’incontro-dibattito con il dott. Michele Corradino, Consigliere di Stato e componente del consiglio dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), sul tema “Corruzione e Legalità” e organizzato dal Lions Club Siracusa Eurialo sabato 3 dicembre 2016, ha suscitato notevole interesse nella comunità, attirando circa 100 persone tra soci, esponenti della P.A. e cittadini.

Un evento che si è rivelato essere di grande spessore culturale per la caratura degli interventi e per i temi trattati anche durante il dibattito, la cui conduzione e moderazione è stata curata da Mimmo Contestabile, conduttore radiofonico di una nota radio locale.
“Trasparency ha collocato l’Italia al 61° posto nella sua graduatoria mondiale del 2015 sulla percezione della corruzione – ha affermato il presidente Umberto Vanella - e abbiamo tratto spunto da ciò per discuterne con autorevoli relatori, analizzando il male ma anche le cure possibili. Siamo soddisfatti che per due ore il dibattito sia stato intenso e ricco di spunti di discussione.”
Il dott. Alberto Leone, magistrato, già presidente del Tribunale di Gela, nonché delegato del Governatore dott. Vincenzo Spata per le problematiche della giustizia, ha presentato all’uditorio l’illustre ospite ma soprattutto ha portato la sua testimonianza di esperienze di casi di corruzione in cui l’impenitenza dei corrotti non aveva limite anche dinanzi alla recidività della flagranza di reato.
Il prof. Luca Novara, docente di filosofia e teologia morale dell’Istituto Superiore Scienze Religiose “San Metodio”, ha evidenziato l’importanza della questione “morale”, con l’esigenza di ricondurre l’essere umano a percepire chiaramente la distinzione tra il “bene” ed il “male”.
L’avv. Giovanni Sallicano, già primo presidente del Club nell’anno della sua fondazione, è intervenuto nella qualità di Assessore alla Trasparenza e Legalità del Comune di Siracusa, puntando il dito sulla farragginosità delle norme fin qui applicate nelle procedure degli appalti pubblici (tutte caratterizzate da decine di interventi correttivi occorsi nel tempo), nelle cui pieghe si attivano spesso gli strumenti della corruzione, e sull’emergenza di nuove figure tra cui il “facilitatore” quale collegamento tra le parti interessate dal fenomeno corruttivo sfruttando una fitta rete di “relazioni”.
Il dott. Michele Corradino ha parlato del fenomeno della corruzione in generale, ma ha anche riportato alcuni casi raccontati in modo colorito nel suo libro “È normale... lo fanno tutti. Storie dal vivo di affaristi, corrotti e corruttori”, in cui mette in risalto come l’illegalità sia presente e radicata ovunque, in famiglia, nella burocrazia statale, nello sport e nel lavoro: all’uditorio ha prospettato una rassegna variopinta di vari personaggi espressione di una “normalizzazione” del fenomeno (che lo stesso Corradino definisce di “mala-quotidianità”), descritti in modo tragicomico e spesso esilarante alla luce delle evidenze emerse nelle intercettazioni.
E proprio sugli strumenti della corruzione, il dott. Corradino ha evidenziato come gli stessi si siano evoluti, passando dalle semplici “bustarelle” in denaro allo scambio incrociato di beni e servizi (raccontando, ad esempio, della “caldaia” chiesta dal funzionario per la propria abitazione, piuttosto che dell’”escavatore”, indicandone marca e modello!).
Se da un lato è stato evidenziato come la famiglia sia diventato in alcuni casi il luogo deputato a coltivare la corruzione (lampante l’intercettazione della madre che “consola” il figlio che non riesce ad essere un abile corruttore come lo era stato il padre, dicendogli che quelli del padre erano “altri tempi”, riferendosi al periodo di “mani pulite”), dall’altro disarma la spiegazione della propensione alla corruzione con la “morale del motorino” di stampo camilleriano: tutti quelli in fila in auto che criticano il motorino che si “destreggia” nel traffico e supera la fila, sono gli stessi che, se avessero loro quel motorino, farebbero la stessa cosa!
Corradino ha quindi sottolineato la distinzione tra gli strumenti di repressione e prevenzione del fenomeno: se da un lato il processo penale deve fare il suo corso, con tutti gli aspetti di tutela della libertà dell’indagato fino a condanna, dall’altro si sta premendo in sede legislativa per l’adozione di strumenti di prevenzione, tra cui una sorta di “DASPO” per corrotti e corruttori con l’inibizione dalle cariche e dai ruoli fin lì ricoperti per evitare il reiterarsi del reato.
E tra le misure di prevenzione Michele Corradino ha confermato il grande valore dei percorsi di promozione della legalità e della cittadinanza attiva, esprimendo plauso per l’iniziativa del Lions Club Siracusa Eurialo (perfettamente coerente con gli scopi del LCI) e parlando in modo esaltante della sua esperienza di diffusione e promozione della legalità che va svolgendo nelle scuole di tutta Italia, perché proprio nei giovani va formata quella coscienza civile che permetta di creare un fronte comune verso un fenomeno sommerso ma diffuso e “normalizzato”.
Il dibattito che ne è scaturito ha anche avuto dei momenti di vibrante intensità, soprattutto quando il pubblico ha posto interessanti quesiti su temi quali immunità e ruolo della magistratura (quest’ultima da intendersi come “servizio” e non come “potere”).